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  • Immagine del redattoreDott.ssa Simona Porcu

Quanto conta l'alimentazione in gravidanza?

Aggiornamento: 20 giu 2018




Seguo diverse pazienti ed alcune amiche che stanno vivendo questo momento meraviglioso, l'argomento è molto complesso e riassumere tutte le varie indicazioni in un unico post risulterebbe riduttivo, ma vorrei far passare un concetto molto importante e cioè che l'alimentazione svolge un ruolo cruciale nel garantire la salute di madre e bimbo e nell'assicurare un corretto decorso gestazionale.

Durante la gravidanza l’organismo deve far fronte non solo ai fabbisogni nutritivi della madre ma anche garantire una regolare crescita del feto. Questo però non significa che si debba mangiare in maniera smisurata. E' necessario dunque sfatare il luogo comune secondo il quale si debba mangiare per due e sia dunque concesso di strafogarsi! Un aumento eccessivo del peso può infatti causare numerose complicanze alla madre e al feto e favorire la nascita di bambini macrosomici (con il rischio conseguente di lacerazioni, sofferenza fetale, parti operativi ecc.). Allo stesso modo un'alimentazione insufficiente o incompleta aumenta la probabilità di parti prematuri, aborti o di neonati sottopeso o iposviluppati.

Una corretta alimentazione quindi costituisce uno degli aspetti di maggior rilievo per vivere al meglio la gravidanza e presuppone:

  • Un elevato consumo di frutta e verdura (sia cotta che cruda). La frutta e la verdura fresca sono ricche di vitamina C, acido folico e vitamina B1, essenziali per lo sviluppo del feto. Molto spesso, per paura di contrarre infezioni come la toxoplasmosi, si ha la tendenza a escludere dall’alimentazione frutta e ortaggi. Questo, oltre a ridurre l’introito di vitamine, limita l’assunzione di fibre e può causare grossi problemi di stitichezza. Frutta e ortaggi (sia freschi che cotti) possono essere consumati senza pericolo purché si osservino alcune semplici indicazioni igieniche come lavare accuratamente frutta e verdura e tagliarle appena prima del consumo; nel caso non si sia immuni alla toxoplasmosi, sarà necessario lavare frutta e ortaggi con del bicarbonato o dell’amuchina.

  • Un adeguato apporto di fibre derivanti, oltre che da frutta e verdura, dai legumi e dai cereali integrali. Un corretto apporto di carboidrati complessi, in particolare quelli derivanti dai cereali (pasta, pane, riso, orzo, farro, riso etc), meglio se integrali, che rappresentano una fonte indispensabile di fibra, vitamine (vit. E, vit. B) e minerali e garantiscono un corretto apporto di energia durante l’arco della giornata. Particolare attenzione va invece data agli zuccheri semplici (dolciumi in genere, caramelle, bibite zuccherate, etc.), la cui assunzione andrebbe limitata a tutti, in particolare alle gestanti. Durante la gravidanza la placenta produce, infatti, un ormone, il lattogeno placentare (hPL), che provoca una riduzione della sensibilità dei tessuti della madre all'insulina e ha il compito di regolare la glicemia. La funzione fisiologica dell'hPL è quella di fare arrivare maggiori zuccheri al feto. Per fare ciò attua due meccanismi: facilita il passaggio di zuccheri dal sangue materno a quello fetale e modifica il metabolismo materno per fare in modo che la mamma utilizzi più grassi come nutriente e lasci gli zuccheri al figlio. Nelle donne sane questo fenomeno è compensato da un aumento della quantità di insulina presente nel sangue. Se però il pancreas materno, organo dal quale viene secreta l'insulina, non si adatta a queste nuove esigenze del metabolismo, allora si sviluppa un'intolleranza al glucosio e un diabete definito Gestazionale (DG).

Il 5% delle donne in gravidanza sono affette da Diabete Gestazionale, una patologia asintomatica ma che porta gravi rischi per la salute, sia della madre che del feto e aumenta la probabilità che si sviluppino problemi durante il parto. Le donne che hanno avuto un diabete gestazionale e i loro figli hanno un aumentato rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 durante la loro vita. Sono questi i motivi che rendono necessaria la diagnosi precoce della malattia, in modo da prevenire problemi nel futuro.
Lo screening del diabete gestazionale può essere effettuato tramite dei prelievi di sangue, tra la 24° e le 28° settimana di gravidanza, per misurare la quantità di zuccheri presente. Gli esami vengono effettuati soprattutto alle donne a rischio: obese o con familiarità con diabete di tipo 2.
  • Carne, pesce e uova cotti non rappresentano un rischio per madre e feto. Sono invece da evitare le carne, il pesce e le uova poco cotti (uovo alla coque, uovo ad occhio di bue) o crudi. E’ sconsigliato il consumo di maionese e salse fatte in casa, di patè di carne (spalmabili) perché possono contenere elevate quantità di Listeria monocytogenes e, per le donne non immuni alla toxoplasmosi, anche il consumo di salumi prodotti a livello familiare e di carni affumicate perché rappresentano una possibile fonte di infestazione.

  • Il consumo di latticini (latte, formaggi e yogurt), non è controindicato in gravidanza, anche se sarebbe bene non abusarne. I prodotti lattiero caseari presenti in commercio subiscono un processo di pastorizzazione in grado di eliminare gli eventuali patogeni presenti; alcuni microrganismi, tuttavia, sono in grado di contaminare l’alimento durante la conservazione domestica. Listeria, ad esempio, è un batterio potenzialmente pericoloso che può crescere anche alle basse temperature del frigo di casa. I formaggi molli e semimolli (brie, gorgonzola, camembert ) sono frequentemente contaminati da Listeria, ne è quindi sconsigliato il consumo; quelli stagionati, invece, considerate le particolari caratteristiche di durezza e acidità, non consentono lo sviluppo di tali microrganismi e si possono consumare liberamente. Il latte pastorizzato e lo yogurt sono alimenti sicuri. È importante ricordare, tuttavia, di consumarli entro pochi giorni dall’ pertura della confezione. È assolutamente sconsigliato bere latte crudo acquistato sfuso in cascina o appena munto o alimenti prodotti a partire da latte crudo.

  • E’ opportuno limitare drasticamente il consumo di grassi saturi, come i fritti; può essere utile inoltre limitare l’uso del sale per non accentuare la ritenzione idrica.

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