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  • Immagine del redattoreDott.ssa Simona Porcu

Mutazione del gene MTHFR: poliabortività, aumentato rischio cardiovascolare e di autoimmunità

Aborti ripetuti, difetti nello sviluppo fetale, disturbi dell’umore, neurologici e psichiatrici, abbassamento delle difese immunitarie, aumentato rischio cardiovascolare e trombotico, aumentato rischio di sviluppare patologie autoimmuni come psoriasi, fibromialgia e tiroiditi ma anche problematiche digestive ed intestinali, sono solo alcune delle conseguenze causate da mutazioni a carico del gene MTHFR. Ma cos'è l'MTHFR e cosa comporta un suo malfunzionamento?



L’ MTHFR (Metil-Tetraidrofolato Reduttasi) è un enzima che converte la Vitamina B9 proveniente dal cibo nella sua forma metabolicamente attiva: il 5-metiltetraidrofolato. La vitamina B9 detta anche folato viene spesso confusa con l’acido folico ma c’è una sottile differenza tra queste due sostanze: i folati sono composti naturali presenti nel cibo, mentre l’acido folico è una molecola, con la medesima composizione, ma di sintesi chimica. Il nostro organismo non è in grado di produrre Vitamina B9, pertanto è necessario introdurla in quantità sufficienti mediante l’alimentazione ovvero mediante un adeguato consumo di vegetali a foglia verde (spinaci, tarassaco, catalogna), asparagi, broccoli, legumi (in particolare lenticchie), avocado, mango, arance, albicocche, pesche e noci.

I folati o Vit B9, sono coinvolti in numerose reazioni organiche, come la sintesi del DNA e dell’RNA, la sintesi del SAMe, un coenzima che consente le reazioni di metilazione, sono coinvolti nel metabolismo della serotonina, della dopamina e della norepinefrina, molecole di fondamentale importanza per l’equilibrio psichico. I folati sono inoltre essenziali per la formazione e maturazione dei globuli rossi e bianchi e per la detossificazione dell’omocisteina. Ne consegue che una dieta povera di folati possa comportare disturbi dell’umore, neurologici e psichiatrici, un abbassamento delle difese immunitarie, comprometta il corretto trasporto dell’ossigeno ai vari tessuti ed aumenti il rischio cardiovascolare, trombotico e di sviluppare patologie autoimmuni come psoriasi, tiroiditi ed altre patologie autoimmunitarie. Nella donna in gravidanza, la carenza di folati può provocare gravi danni nello sviluppo fetale, per questo motivo si consiglia l’integrazione con acido folico, meglio se nella forma metilata (N5-metiltetraidrofolato), vedremo a breve il perché.

L’enzima MTHFR viene sintetizzato a partire dal suo gene MTHFR. Una mutazione a carico di questo gene può compromettere l’attività dell’enzima, riducendone la sua capacità di attivare la Vitamina B9 presente negli alimenti che mangiamo.

Sono state riscontrate diverse mutazioni a carico del gene MTHFR, le più frequenti sono la C667T e l’A1298C.

In Europa, il 42-46% della popolazione possiede la mutazione C667T in eterozigosi (ovvero possiede un gene mutato e uno “sano”) mentre il 12-13% la presenta in omozigosi (ovvero possiede entrambi i geni MTHFR mutati).

La mutazione C667T è associata a poliaboritività e difetti del tubo neurale nel feto durante il primo trimestre di gravidanza, suscettibilità genetica al cancro e un'elevato rischio cardiovascolare e di ictus come conseguenza degli aumentati livelli ematici di omocisteina. La mutazione A1298C determina problematiche digestive ed intestinali con gastrite, colon irritabile ed è associata a fibromialgia, fatica e dolore cronico, disturbi legati all’umore.

La presenza di queste mutazioni espone maggiormente l’individuo portatore a tutte le problematiche sopraelencate legate alla carenza di folati: disturbi dell’umore, neurologici e psichiatrici, abbassamento delle difese immunitarie, aumentato rischio cardiovascolare e trombotico, aumentato rischio di sviluppare patologie autoimmuni come psoriasi, tiroiditi ed altre patologie autoimmunitarie, riduzione del metabolismo (stanchezza, apatia, sonnolenza, digestione e intestino impigriti) e una maggior suscettibilità agli xeno-estrogeni, con possibile manifestazione della condizione di estrogeno-dominanza: nelle donne si possono avere fibromi a seno o ovaie, sindrome premestruale invalidante, endometriosi; negli uomini ci può essere una compromissione endocrina a livello di testosterone.

Come nutrizionista, consiglio sempre ai miei pazienti di saggiare i valori ematici di vitamina B12, di folati e di omocisteina e, qualora risultino borderline o fuori range, invito ad approfondire con il proprio medico curante se procedere con un’analisi genetica per valutare la presenza di una mutazione a carico del gene MTHFR, analisi che viene effettuata a partire da un semplice prelievo ematico.

Un aumento dei livelli ematici di omocisteina espone un individuo ad un rischio cardiovascolare notevole (ictus, trombosi venosa e/o per trombosi arteriosa), molto più alto di quello dovuto ad un’ipercolesterolemia (colesterolo alto), anche in giovane età. Inoltre, l’iperomocisteinemia (concentrazione elevata nel sangue dell'omocisteina) riduce, nella donna, la qualità degli ovociti, aumenta i casi di aborto ed è spesso causa di esiti negativi nelle tecniche di fecondazione in vitro. Nell'uomo, elevati livelli ematici di omocisteina sono anche associati ad una diminuzione del numero degli spermatozoi.



Può l’alimentazione contribuire al trattamento di questa condizione genetica?



Ecco alcuni consigli utili per coadiuvare il corretto funzionamento del gene:


1. Incrementare il consumo di alimenti ricchi di Folati. Bisogna infatti considerare che, anche in presenza di mutazione in omozigosi (entrambi i geni mutati), l’enzima MTHFR mantiene una residua attività. Ne consegue che, aumentando il consumo di alimenti ricchi di folati, si incrementa la possibilità che vengano usati correttamente nelle reazioni di metilazione. Troviamo un elevato contenuto di folati negli asparagi, nelle cime di rapa, negli spinaci, nei broccoli, nelle rape rosse e nei vegetali a foglia verde (lattuga, rucola, tarassaco, catalogna, biete). Buoni quantitativi di folati si trovano poi nei legumi, in particolare nelle lenticchie, nelle fave e nei fagiolini, nella frutta in particolare nell’avocado, nel mango, nelle arance, nei mandarini e nei kiwi e nelle uova. Potete trovare una lista più dettagliata nella tabella allegata.


2. Al fine di favorire il processo in cui è coinvolto l’enzima MTHFR è importante garantire elevati livelli di Vitamine B12 e B6 con la dieta. La Vitamina B12 è presente in tutti gli alimenti di origine animale (carne, pesce, uova, latte e formaggi), in particolare nel fegato ed è resistente alla cottura. Il suo fabbisogno minimo giornaliero, normalmente coperto dalla dieta, è di almeno 2 mg al giorno. La Vitamina B6 è reperibile nella carne, nel pesce e nei legumi ed è resistente a molti trattamenti industriali.


3. Per contrastare l’aumento dello stress ossidativo e l’insorgenza di problemi a livello neurologico (es. ansia, depressione) è importante incrementare il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi come il salmone selvaggio, sarde, sardine e sgombri. Potrebbe essere d’aiuto anche una supplementazione di acidi grassi polinsaturi attraverso l’utilizzo di integratori di omega 3 (es. DHA, EPA e DPA), Omega 5-6-7-9 (purché si utilizzino prodotti certificati essere esenti da metalli pesanti), astaxantina e Vitamine D ed E.


4. Qualora si sia in gravidanza o la si stia programmando è importante integrare i folati alimentari con del tetraidrofolato, forma attiva dell’acido folico. E’ altrettanto importante non assumere acido folico (acido pteroilmonoglutammico) che, in presenza di mutazione MTHFR, non potendo essere utilizzato si accumulerebbe nel corpo diventando un fattore predisponente per patologie tumorali. Al fine di ridurre gli eventi di poliabortività potrebbe inoltre essere utile assumere un integratore di Vit. B6 e uno di Vit. B12, nella sua forma attiva di Metilcobalamina (assolutamente non Cianocobalamina). Sia la vitamina B12 che la vitamina B6 infatti lavorano in sinergia con i folati per garantire l’omeostasi e un corretto turnover dell’omocisteina.


5. In presenza di mutazione A1298C del gene MTHFR possono manifestarsi problemi digestivi ed intestinali, caratterizzati da gastrite, colon irritabile e frequenti episodi di dissenteria. Diventa prioritario prendersi cura dell’intestino con indicazioni dietetiche specifiche, tra le quali: ridurre il consumo di alimenti processati, zuccherati e derivati da agricoltura/allevamento intensivo; ridurre il consumo di latticini e glutine; introdurre alimenti probiotici; aumentare il consumo di grassi salutari (olio extravergine, pesce selvaggio, noci non trattate, avocado).


6. Evitare il consumo di tè, in particolare di tè verde e di tè nero, ridurre il consumo di caffè, poiché il loro contenuto in teofillina inibisce l’assorbimento dei folati alimentari. Non fumare ed evitare di consumare bevande alcoliche.


Tabella 1. Dati da Ruggeri et al., 2016 in press

In presenza di una mutazione del gene MTHFR, è importante sapere che l’assunzione di alcuni farmaci può peggiorare il quadro sintomatologico dovuto alla mutazione e alla conseguente deplezione di folati e alterazione dell’omocisteina. E’ dunque importante evitare l’assunzione di antiacidi, colestiramina (statina per abbassare il colesterolo), ossido nitrico, metotrexato, ciclosporina A, metformina, pillola contraccettiva (anche a scopo terapeutico), etanolo, sulfasalazina. In virtù di questi dati è essenziale che ogni medico specialista dovesse seguirvi, oltre al proprio medico di base, sia al corrente della presenza di tale mutazione.


Se avete scoperto di avere la mutazione, il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un Biologo Nutrizionista, un Dietologo o ad un Dietista che vi sappia aiutare ad equilibrare la vostra alimentazione e, se necessario, integrare correttamente, sulla base del vostro specifico caso.



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