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  • Immagine del redattoreDott.ssa Simona Porcu

Endometriosi, può l'alimentazione migliorarne la sintomatologia ?

Aggiornamento: 19 giu 2018

L’Endometriosi è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata dalla crescita di endometrio (tessuto specifico della cavità uterina) al di fuori dell’utero, principalmente nelle pelvi, nell’ovaio e nella cavità addominale .

L’endometriosi colpisce circa il 10% delle donne in età riproduttiva, il 50% delle quali mostra avere problemi di fertilità. Il sintomo più frequente è la presenza di un forte dolore addominale che può essere costante o acutizzarsi durante le mestruazioni. Questa patologia è caratterizzata da alterazioni ormonali che portano a dismenorrea, irregolarità nel ciclo, spotting premestruale ed infertilità, da disturbi intestinali (stitichezza, diarrea, perdita di sangue con le feci) e urinari (pollachiuria e perdita di sangue nelle urine). L’endometriosi ha inevitabilmente ha un forte impatto emotivo e psicologico sulle donne che ne sono affette e può diventare una patologia invalidante.


Alimentazione ed endometriosi

Nonostante anni di ricerca, questa patologia rimane difficile da diagnosticare, per lo meno negli stadi iniziali, e può proseguire indisturbata sino alla comparsa dei sintomi più acuti. La fisiopatologia ad oggi non è ancora del tutto chiara ma è ormai assodato che l’endometriosi sia una patologia multifattoriale dovuta ad una combinazione di disturbi genetici, ormonali, infiammatori ed immunitari. La malattia si sviluppa indipendentemente dal fatto di aver avuto o meno gravidanze anche se, qualora presente già prima della gravidanza, dopo il parto sembra avere una crescita più accelerata. L’Endometriosi può talvolta persistere anche dopo la menopausa.


Può l'alimentazione migliorare la sintomatologia dell'endometriosi?"

La dieta e lo stile di vita influenzano senza dubbio lo stato di infiammazione corporeo così come la produzione di estrogeni, la regolazione del ciclo mestruale e i livelli di prostaglandine.

Alcuni studi hanno evidenziato che il consumo elevato di ortaggi e vegetali, specie se di coltivazione biologica, così come un buon introito dietetico di acidi grassi omega 3 (elevato consumo di pesce, frutta a guscio e verdure a foglia larga), riduca significativamente il rischio di sviluppare endometriosi.

Adeguati livelli di omega 3 influenzano infatti la produzione di prostaglantine (PGE3 e PGE3 α) , diminuendo l'infiammazione e riducendo conseguentemente il dolore ad essa associato.

Anche la vitamina D sembra giocare un ruolo importante nella prevenzione della patologia. Donne con alti livelli ematici di vitamina D hanno meno probabilità (24% in meno) di incorrere in questa patologia.

Un adeguato consumo di cibi ricchi in antiossidanti e vitamine (A, C, E e vitamine del gruppo B) potrebbe aiutare a prevenire l'endometriosi. Queste sostanze infatti riducono lo stress ossidativo ed influenzano il metabolismo degli ormoni steroidei. Attenzione però, l'assunzione di tali vitamine ed antiossidanti attraverso integratori non mostra lo stesso effetto positivo! Questo significa che per poter beneficiare dell'azione protettiva di questi nutrienti è necessario assumerli naturalmente, all'interno dei cibi che più ne contengono (es. frutta, verdura, frutta a guscio, pesce azzurro).


Il consumo di carni rosse (manzo, vitello, maiale) e di carni conservate o trasformate (es. insaccati, prosciutto crudo, cotto, salumi di pollo e tacchino, bresaola, wurstel etc.), fonti di grassi saturi, aumenta il rischio di sviluppare e peggiorare i sintomi dell'endometriosi.

Un'alimentazione ricca in grassi (45% delle calorie giornaliere), in particolare quelli saturi presenti in carni rosse, insaccati ed affettati, formaggi e fritti, aumenta lo stress ossidativo e lo stato di infiammazione corporeo, esponendo maggiormente al rischio di sviluppare la patologia.

Anche il consumo di alcol è stato correlato con un aumento del rischio di endometriosi così come un eccessivo consumo di caffè e sostanze contenenti caffeina. La caffeina infatti sembrerebbe influenzare la produzione di estrogeni. I dati relativi all'incidenza di alcol e caffeina sullo sviluppo della patologia sono a tutt'oggi contrastanti.


Alcuni autori suggeriscono inoltre che una dieta priva di glutine possa migliorare significativamente il dolore associato all'endometriosi.

In uno studio condotto su 156 donne affette da endometriosi il 75% ha mostrato una significativa riduzione del dolore pelvico dopo un anno di dieta priva di glutine. Tutte le pazienti hanno mostrato un importante miglioramento delle funzioni fisiche e mentali, così come della percezione dello stato di salute e di benessere, a seguito di una dieta priva di glutine.

Sarebbe interessante valutare l'effetto di una dieta "gluten-free" in una casistica più ampia.

Dagli studi effettuati sembrerebbe dunque che una corretta alimentazione possa contribuire a prevenire il rischio di endometriosi e ad attenuarne la sintomatologia. Tuttavia, ad oggi, il ruolo dell'alimentazione nel trattamento dell'endometriosi è ancora ampia materia di studio.


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